Disegno della città Legoli
Vista della città Legoli
Tabernacolo di Benozzo Gozzoli Legoli

FABBRICA

Fabbrica,
incastonata nelle dolci colline toscane,
costituisce una suggestiva frazione del Comune di Peccioli,
nella provincia di Pisa.

Alla Scoperta di Fabbrica

Il toponimo si riferisce probabilmente alla costruzione (fabbrica) della romanica chiesa pievana che sin dal X secolo doveva impegnare una considerevole parte della popolazione del luogo.
La sua posizione elevata sulla destra del fiume Era, di fronte alla confluenza con il torrente Sterza, offre panorami mozzafiato. È crocevia di antiche strade, tra cui la via Maremmana di San Vivaldo e la Maremmana da Pontedera, che serpeggiano tra borghi medievali come La Sterza, Lajatico, Iano, Cedri e Montelopio.

Immagine fabbrica Panorama di Fabbrica Vista di Fabbrica



Viaggio nel Passato: la Storia di Fabbrica

Fabbrica

Fabbrica, antico possedimento della diocesi di Volterra, vide le sue mura resistere alle scosse degli eventi storici. Nel 1163, l'armata della Repubblica marinara di Pisa, comandata da Ranieri Gaetani la conquistò, legando così il destino del luogo alla potente famiglia Gaetani. Nel XIII secolo, la famiglia eresse una robusta rocca con quattro torri e un imponente mastio, simboli di potere e difesa. Dopo alterne vicende della lotta tra la Repubblica marinara di Pisa e la nascente potenza fiorentina, quest’ultima nel 1406 conquisto il dominio di Pisa e di questa parte collinare della Toscana.
Per non fare che dell’antico castello di Fabbrica fungesse come baluardo di una potenziale rivolta dei popolani della zona , nel 1450 le torri della fortificazione furono demolite e i materiali di risulta, riutilizzati per le abitazioni.
Nel corso dei secoli, Fabbrica passò attraverso diverse famiglie nobili che amministravano il territorio, dai Gaetani ai Ricciardi, fino ai Rosselli del Turco, che resero Fabbrica il loro rifugio estivo.Testimonianza di questo passaggio è il palazzo nobiliare nel crocevia di Fabbirca che con la sua austera facciata con doppia scalinata e stemma nobiliare, inglobando al suo interno una cappella di palazzo, ricorda i tempi in cui le grandi famiglie di Firenze, passavano le loro estati di ozio e caccia nella zona.
Le abitazioni della zona, riflettono questa agiatezza che, unita a una antica ed elegante loggia per la fonte e ai vicoli nella parte alta dell’abitato che conservano l'antica atmosfera medievale fanno di questa frazione del comune di Peccioli, una testimonianza architettonica perfettamente conservata. Tra le gemme architettoniche di Fabbrica spicca la Pieve di Santa Maria Assunta, testimonianza dell'antica devozione e della maestria artistica del passato. Le sue mura racchiudono secoli di storia, e anche se rimodernate nel 1833, conservano il fascino dell'architettura antica.
La pieve fu un tempo matrice di numerose parrocchie, oggi riunite in due, tra cui san Martino a Montelopio e santa Lucia a Montecchio. Questi luoghi di culto sono custodi di tradizioni secolari, incastonati in un paesaggio intriso di sacralità e bellezza.
Da Fabbrica, lo sguardo si perde tra le dolci curve delle colline toscane, mentre l'anima si abbandona alla contemplazione di un passato ricco di fascino e di una bellezza senza tempo.

Divisore SVG

La Pieve di Fabbrica

Pieve di Fabbrica

La pieve di Fabbrica, affacciata nel cuore della comunità toscana, rappresenta un monumento alla storia, alla fede e all'arte millenaria della regione.
Il termine "Pieve" evoca antiche tradizioni, indicando la chiesa principale di un territorio, simbolo di coesione e spiritualità per l'intera regione. La pieve di Fabbrica, dalle origini antiche, si erge come un faro di fede e cultura, testimone di secoli di storia e devozione.
Le sue mura, risalenti almeno al X secolo, raccontano storie di epoche passate e di evoluzione architettonica nel corso dei secoli. Di stile romanico, la pieve ha subito nel tempo molteplici trasformazioni, conservando intatto il suo fascino e la sua importanza per la comunità. La testimonianza di queste trasformazioni si presenta immediatamente sulla facciata che ha l’arcata centrale decentrata di qualche decina di centimetri rispetto al portale d’ingresso.
L'orientamento dell'abside verso est, seguendo la tradizione delle più antiche chiese cristiane, per poter pregare verso Cristo "sole che sorge". Gli affreschi secolari che decorano la volta del coro trasportano il visitatore in un viaggio nel tempo, mentre le opere d'arte rinascimentale e barocca adornano gli altari e le pareti della chiesa, testimoniando la devozione e la generosità delle famiglie influenti dell'epoca.
Tra le opere più pregevoli, spicca la magnifica Pala dell'Altare centrale, un capolavoro in terracotta invetriata della scuola della bottega Della Robbia, commissionato nel 1505 da Bartolomeo Gaetani a Benedetto Buglioni, celebre scultore fiorentino. Quest'opera straordinaria è impreziosita da immagini di san Giovanni Battista e san Bartolomeo, la natività di Gesù e angeli, decorate con dettagliati ornamenti di frutta e foglie, tipici della scuola robbiana. La commissione di questa opera rappresenta un momento significativo nella storia artistica della regione, testimoniando il fervore artistico e religioso del Rinascimento toscano.
Al centro dell'Altare spicca un magnifico crocifisso, attribuito al Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulogne, uno dei maggiori scultori del manierismo fiammingo, attivo a Firenze nel XVI secolo. La sua opera, caratterizzata da una straordinaria maestria tecnica e da un'intensa espressione artistica, conferisce alla chiesa di Fabbrica un'aura di sacralità e bellezza senza tempo.
Vi è poi un maestoso quadro dell’ultima cena, tavola del pittore e scultore Paolo Guidotti, detto il Cavalier Borghese, nato nel 1560. Esso è esponente del manierismo romano, risentì notevolmente dell'influenza di Caravaggio (giochi di luci e ombre). È detto Cavalier Borghese, perché venne insignito per il suo lavoro da papa Paolo V Borghese del titolo onorifico di cavaliere della Milizia di Cristo. Lo stesso pontefice oltre all'onorificenza, volle concedere all'artista, il privilegio di fregiarsi del cognome Borghese aggiunto al proprio. Nel 1615 lavorò a Pisa per il Duomo e per il Camposanto e appunto nel territorio pisano.
Nella navata sinistra, sopra l'Altare con il Tabernacolo, troviamo un'altra opera d'arte di straordinaria bellezza: una tavola in bassorilievo raffigurante la Vergine Maria in trono, realizzata dallo scultore volterrano M. Bertini nel 1952, dopo i restauri della chiesa. Quest'opera, con la sua grazia e delicatezza, incanta i fedeli e i visitatori, trasmettendo un senso di pace e spiritualità.
Gli affreschi che adornano la volta del coro, risalenti al 1905, narrano storie bibliche e religiose, tra cui spicca l'Assunzione della Vergine Maria, patrona della chiesa di Fabbrica, e le rappresentazioni dei quattro Evangelisti: san Giovanni, san Matteo, san Marco e san Luca. Queste opere d'arte sacra, con la loro bellezza e maestria artistica, trasportano il visitatore in un viaggio spirituale attraverso i secoli, testimoniando la profonda devozione della comunità di Fabbrica nei confronti della loro fede.
La chiesa di Fabbrica, con le sue opere d'arte e la sua storia millenaria, continua a essere un luogo di incontro e di preghiera per la comunità locale e per i visitatori, testimoniando la profonda devozione e il ricco patrimonio culturale della Toscana. La parrocchia di Santa Maria Assunta, inserita nella Diocesi di Volterra che ha dato i natali a San Lino, primo papa dopo l'Apostolo Pietro; custodendo gelosamente il tesoro spirituale ereditato dalle generazioni passate.

Divisore SVG

Cappella di San Rocco

Immagine chiesa di san rocco fabbrica

In Via V. Veneto, in paese, è situato il grazioso Santuario della Madonna del Latte chiamato anche cappella dei Santi Rocco e Sebastiano. Restaurata recentemente custodisce una scultura quattrocentesca raffigurante la Madonna nell'atto di allattare Gesù Bambino. L'immagine tanto cara agli abitanti del paese viene particolarmente venerata nel mese di maggio. Viene pregata dalle coppie per avere figli, dalle donne in gravidanza e nel periodo dell'allattamento. La campana era sulla torre del castello fino al terremoto del 1846, dalla quale cadde senza rompersi. Collocata su questa cappella, da allora suona, oltre che per le celebrazioni liturgiche, anche in situazioni di pericolo a protezione del paese. Fino a pochi anni fa veniva suonata all'arrivo di minacciosi temporali per proteggere le campagne, inoltre è stata suonata ogni domenica a mezzogiorno durante i difficili mesi della pandemia di Covid 19, per avere conforto e protezione sul paese. Recentemente la Cappella di San Rocco è stata abbellita con un copri altare in ferro battuto con motivi a foglioline, nuove panche moderne e tutti gli affreschi sono stati restaurati.